26-08-2020  La passività offusca l'emozione

Il circuito femminile (WTA) ha ripreso da Palermo, quello maschile (ATP) dal torneo di Cincinnati (giocato però a New York).

Il nostro circolo inizierà i propri eventi dal Non Stop Tennis del 6 settembre.

Questo è il tennis post-Covid dove si tenta un ritorno alla normalità anche se molte cose sono cambiate. Innanzitutto le date (posticipate rispetto alla solita programmazione), l’assenza di pubblico (dove solo alcuni fortunati addetti ai lavori fanno capolino dagli spalti), gli atleti che arrivano in campo con mascherine, il forte uso di gel sanificante, la difficoltà nell’usare spogliatoi e tante altre incombenze (molte, vere e proprie rotture di scatole).

Non facile, dunque, riprendere le attività organizzate, avendo anche sulla testa vere e proprie spade di Damocle come l’incubo di trovarsi dentro il torneo dei positivi.

Se per i professionisti il peso economico si fa sentire, per noi appassionati è l’amore per il tennis che ci spinge a tentare di organizzare qualcosa, andando contro il buon senso che ci suggerisce di starcene tranquilli e separati a casa propria.

La logica ci direbbe di aspettare il vaccino ma al tempo stesso questa scelta appare una sconfitta.

Una sconfitta perché rimanendo passivi a lungo si rischiano altri problemi.  Bisogna riprendere la normalità, produrre quel benessere fisico e interiore che dà lo sport e soprattutto con le manifestazioni, riprendere quella socialità e il confronto con l’amico-avversario che sono venuti meno durante il lockdown.

Ci proviamo, scavalchiamo la passività, adottando tutte le contromisure del caso.

E che la buona sorte ci dia una mano!