07-10-2014 Pensieri autunnali
Ai campi del tennis Club Spirano si sta come d’autunno le
foglie sugli alberi. Si gioca con l'incertezza e la precarietà finché un
flebile abbassamento della temperatura porterà il freddo che ci obbliga a
chiudere la stagione all’aperto da un momento all'altro, come le foglie, in
autunno, possono staccarsi improvvisamente dai rami. Possiamo già
tirare un po’ di somme ed esprimere commenti sulla stagione che sta finendo. Il direttivo
è più che soddisfatto di questo anno sportivo avendo raggiunto lo scopo
statutario voluto, cioè far praticare sport a più persone possibile (specie ai
bambini) con minimi costi.
Tutte le
manifestazioni programmate sono andate molto bene con aumento di partecipanti e
gradimento. Abbiamo
raccolto anche qualche pensiero dai nostri atleti sul campo. Sul campo 2 troviamo Lara Sonzogni che si allena
con lo zio Pietro.
La vediamo palleggiare chiara come un'alba, fresca
come l'aria
Diventa
rossa se qualcuno le si avvicina per intervistarla.
La
pallina le passa accanto mentre lei fantastica ed è assorta nei suoi problemi, nei
suoi pensieri.
“Sono contenta di questa mia annata “esordisce ai
nostri microfoni. “ Ho disputato 2 finali, seppur del tabellone di
consolazione, che mi hanno riempita d’orgoglio”. “Potevo dare di
più ma certe partite la racchetta è calda
e dove ti porta lo decide lei, altre no. Certe partite la corsa non conta e quello che conta è sentire che
vai. Certe partite
o sei sveglia, o non sarai sveglia mai”conclude la brillante atleta Spiranese.
Interrompiamo un doppio
misto per sapere cosa pensano i coniugi Colombani.
“Mio marito non corre”accusa
Sara. “Se non mette più velocità e scatto non vinceremo il misto neanche l’anno
prossimo” precisa la mancina di Urgnano che anche quest’anno si è dovuta
accontentare della piazza d’onore. Dello stesso parere Vanna “Sharapova” Bugini
riguardo al marito Maxi.
Gli
uomini annuiscono. Chissà cosa pensano.
L’estroso Cavenaghi viene
colto mentre è al bendaggio della mano sinistra (ma non è destro?).
“se il sole non mi avesse
accecato mentre piazzavo uno smash vincente al primo turno avrei vinto il
torneo”.
Su
questo tenore altre affermazioni di chi non ha vinto niente.
I vincitori, non esprimono
gran ché ma sorridono soddisfatti.
Sottolineiamo la
prestazione dei giovani, ragazzi del borgo forse cresciuti troppo in fretta, un'unica
passione per la racchetta.
Un encomio ai meno giovani che ne hanno incrociato le gesta.
Un incrocio di destini, una strana
storia, di cui nei giorni nostri s'è
persa la memoria
una storia d'altri tempi, di prima del motore, quando si giocava per rabbia o per amore.
Ma fra rabbia
ed amore il distacco già cresce e
chi sarà il campione già si capisce. fdg
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